Bruxelles, 12 gennaio 2016  

“Dichiarazione scritta sulla dignità alla fine della vita”: questo era il titolo di una dichiarazione scritta decaduta la scorsa settimana, non avendo ottenuto il sostegno necessario da parte della maggioranza dei membri del Parlamento europeo.  

Usando termini fuorvianti e senza tener conto del principio di sussidiarietà, tale dichiarazione scritta affermava che “Tutti i cittadini europei, indipendentemente dalla loro nazionalità, che si trovano in uno stadio avanzato o terminale di una malattia incurabile che provoca sofferenze fisiche o mentali insopportabili e impossibili da alleviare dovrebbero poter beneficiare dell’assistenza medica per porre fine alla loro vita con dignità”. In altre parole, questa dichiarazione faceva la promozione dell’eutanasia.  

Anche se una dichiarazione scritta non può mai essere interpretata come la posizione ufficiale del Parlamento europeo, ma solo degli eurodeputati che l’hanno effettivamente sottoscritta, è incoraggiante attestare come essa abbia ottenuto il sostegno di solo 95 deputati su 751.

Il presidente della FAFCE, Antoine Renard, ha dichiarato che “È chiaro come la lobby pro-eutanasia stia iniziando a lavorare attivamente al Parlamento europeo. Questo evidenzia il rischio che l’attenzione dei responsabili politici europei venga deviata da quello che l’Unione europea potrebbe realmente fare per sostenere e promuovere le buone pratiche tra gli Stati membri in materia di cure palliative e di sostegno alle famiglie che si prendono cura di una persona alla fine della sua vita. Il fallimento di questa Dichiarazione scritta dimostra come la dignità umana non possa tramutarsi in campo di battaglia per dispute politiche e come non possa essere sfruttata come strumento di alcune ideologie. La FAFCE continuerà a lavorare in favore della dignità umana, nel suo senso vero, che pone la persona al centro”.

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